giovedì 10 settembre 2009

Un Estate Fa..

"Un'estate fa.."
Scriveva il buon Califfo... e un'estate fa passavo giorni magici...
Giorni che a distanza di un anno si sono ripetuti..
Sono tornato, più forte e più consapevole..

Non ho altro da dire, se non che riprenderò a scrivere...

martedì 23 giugno 2009

Voglia di ballare

Ho voglia di ballare come da tanto tempo non ne avevo.
Ho voglia di ballare ogni qualvolta in vespa ascolto i miei brani preferiti.
Passo dal Rock, all'elettro, al Tango.
E' più di un anno che l'infortunio mi ha costretto a fermarmi.
Ma ora riprenderò.
Oggi inizio la mia riabilitazione.
Oggi ho voglia di ballare, come danzano le mie idee al ritmo dei miei pensieri.

Ieri a Roma ha piovuto così intensamente che il fragore ti entrava dentro casa.
Ieri a Roma ha piovuto così pesantemente che sembrava che anche il cielo volesse scendere giù sulla Terra.
Sarà stato stanco di splendere sopra di noi, e di guardare silente tutte le cose, belle e brutte, a cui deve fare da coperchio.
Se il diavolo ci ha fatto la pentola, Dio ci ha donato il coperchio.
Così bello e così rivelatorio della nostra umanità:
così minuta e così immensa.

Ieri mi sono sentito rilassato davanti a tanto impeto.
Lo stesso impeto, che la mia fantasia, grazie al cielo, mi mette in condizione di avare.

Questo post è dedicato a tutte quelle persone che guardando un fiume in piena, un acquazzone, un mare in tempesta rimangono a contemplare e ringraziano di tanto splendore.. di tanta umanità.

Consiglio: "dance with sombady" degli Ando Diao
Ballate! Ballate! Ballate! Anche e sopratutto da soli..

lunedì 15 giugno 2009

Un dialogo

Si è sempre seduti ai bordi di qualcosa, quando si ha qualcosa dentro.. perché si è sempre pronti a scattare in piedi anche se ci sentiamo deboli.. è quell’istinto che spinge ad andare, a scoprire quello che la nostra vita deve ancora rivelarci.. si può chiamare viaggio, si può chiamare voltare pagina, si può chiamare più semplicemente vivere.
Si è da soli si, ma in compagnia di se stessi.. mai davvero soli. Così come quando chiudiamo gli occhi prima di di dormire anche se c’è un’altra persona accanto a noi.. e questa è la nostra fortuna..
Diventa una sciagura quando non troviamo più quell’equilibrio che un’altra persona era stato in grado di darci.. o forse è meglio dire che noi le avevamo dato l’opportunità di costruire con noi..e questo però, ce lo dimentichiamo spesso..
L’altalena è una serie di slanci e di regressioni che fanno perno su un punto di equilibrio.. e quel perno siamo noi stessi.. lo slancio e la regressioni sono i nostri stati d’animo e le nostre esperienze.. e chi ci spinge in questo su è giù è la vita, con le sue mani sotto forma di eventi, che alle volte diventano fisicamente le mani di quella persona speciale che decidiamo di accogliere accanto a noi.. e quando siamo particolarmente felici siamo noi stessi ad voler avere ancora più slancio e così ci aiutiamo con le gambe fino ad andare sempre più su e crediamo che siano gli altri a mandarci così tanto in alto.. alla fine però, quando non sentiamo più quelle mani spingerci, quella carezza del vento mentre facciamo su e giù, allora crediamo che non potremo tornare più tanto in alto così facilmente… dimenticandoci che noi stessi siamo stati co-artefici di quegli slanci.
Riflettevo che sarebbe bello un domani avere un’altalena nel proprio giardino… ma poi mi sono detto: meglio un altalena a due piazze, un dondolo… perché è bello far su e giù insieme alla persona che siederà con me.. ma senza che nessuno spinga l’altro.. semplicemente slanciandoci insieme, ognuno con le proprie gambe,
all’unisono…….

lunedì 1 giugno 2009

La Signora

Sembra che abbia scosso appena le spalle e spirò.
Silvana, una delle poche Signore rimaste a Roma, così se ne andata.
Ha aspettato che tutto noi, che le volevamo bene, le permettessimo di andarsene. E quando anche l'ultima, unica sua amica, Elena, le ha dato il suo benestare, neanche un'ora dopo se ha iniziato il suo cammino.
Non più di 4 ore prima, dopo averla baciata con la stessa bontà con cui lei era solita fare a me, una suggestione mi è apparsa nella mente. Era solare come sapeva essere, ed era piena di luce. E mi chiamava sorniona come quando voleva chiedermi qualcosa di "paraculo". Io non volevo avvicinarmi perché intuivo cosa volesse dirmi:
"Ninni, vieni.. Senti - con quel solito suo stopparsi un secondo per inumidirsi la lingua - Nonna se ne va.. Va da tanta gente che le vuole buone. Ma tu non ti preoccupare. Perchè io sto davvero bene. Dillo tu a papà e stagli vicino. Va bene Ninni?.." E mi baciava.
Anche adesso, piango.
E' così bella e così signorile.
Il giorno del funerale non l'ho voluta vedere nella bara. Come tutti gli altri che sono andati via prima di lei. Carlo, Candida.
Dicono che era bellissima. Quasi sorrideva. E per dirlo addirittura Maurizio deve essere vero.
Ad Elena aveva lasciato detto il vestito, la collana, la borsetta e il ventaglio. Quello che le ho comprato a Barcellona.
Ognuno le ha messo qualcosa dentro la cassa.
Ma quando sono arrivato io, Maurizio mi ha chiesto se poteva guardare dentro quella busta di carta dell'alimentari.
E quando se n'è reso conto un urlo misto di ironia e dolore ha squarciato il silenzio della camera mortuaria. E ci siamo abbracciati piangendo.
Le avevo comprato un pezzetto di pizza, una bottiglia d'acqua, dei moncherì e la carta di cui lei non poteva mai fare senza.
Per il suo cammino, se avesse fame o sete, o avesse voglia di uno sfizio goloso.

Di lei mi rimane il piglio, la signorilità, l'amore per chi amava e la decisione con la quale era sicura di ciò che voleva.
Ai miei amici dava del "Lei". A 86 anni.
E lo faceva per educazione e perché sapeva come gestire le relazioni.
E' stata una signora, in tutto e per tutto.
Non se m'hai fatta parlare dietro. Anche se ci hanno provato.
Per poi pentirsene.

Ora quello che lei era, cercherò di portarlo in me.
Oggi si guarda avanti.
Oggi si va avanti.

Oggi si è quello che siamo più quello che è stato.

a Silvana

domenica 24 maggio 2009

"Let’s grow old together, and die at the same time."

Come perdere 80$ ed esserne felice?
.. Si chiama "Sindrome da Caduta Libera". Succede a tutti quei giocatori che come me, si siedono al tavolo con la voglia di vincere. Non con la coscienza di volerlo fare davvero.
Fortunatamente è una sindrome che mi colpisce molto raramente, altrimenti non avrei potuto incrementare i miei 14 iniziali in 378$. Ora ne ho 290$.
Ma ho lo spirito giusto. Domani, o quando sarà mi siederò al tavolo come sempre. Con calma. E in tre giorni tornerò a quanto perso.
Non possiamo farci nulla. E' la natura di voler qualcosa e di complicarsi un pò la vita. Per gioco.
Magari fosse sempre così.
Torno da Milano, dove trovo sempre una casa. Una vita. Uno scambio.
Torno dal lavoro che si manifesta nelle idee di un giovane.
Grazie forse al fatto che un saggio in questo momento è fuori di "una vita".
Ma si va. E si fa.
Torno da mia nonna che non riesce a parlarmi, intubata com'è.
Con la forza a malapena di aprire gli occhi fessura, per guardarmi mentre piango e le sorrido.
Dopo che le ho parlato ha provato a staccarsi i tubi e si è dimenata.
Le sue smorfie di dolore.
E' così che lei è caduta. Da un giorno ad un altro.
So che la sera prima chiamava il mio nome e voleva andare a casa sua. Fino alle due del mattino è rimasta a chiacchierare e "comandare" con il ciglio che non perderà mai.
E poi giù, nel vuoto.
Ho perso 80$ e so che li rifarò.
Li ho persi per essere nel vuoto anch'io.
Ho ritrovato mia nonna per qualche istante e domani sarò da lei.
Nel vuoto, fino a che i miei piedi non toccheranno di nuovo terra.
Sperando che anche lei decida di tornarci insieme con me.

E tutto questo mi fa pensare. E tutto questo mi fa volere.

sabato 16 maggio 2009

ISPIRATO EROTICO STOP

"E sei quello che sei" parafrasando "le 6 e 26" di Cesare Cremonini.
Così per la prima volta mi ritrovo anche io a tu per tu con una donna che fa il mestiere.
Una ragazza.
Ma partiamo dagli inizi. Ennesima giornata da "le mille e una cosa", su e giù per Roma, a cavallo della mia Vespa. Giornata solare anche se il cielo era coperto e spruzzi di pioggia si alternavano per bagnare l'asfalto quanto basta a crearti quella patina viscosa che piace tanto a quel popolo delle due ruote e che fa salire su quell'odore torbido di asfalto stemperato.
Web 2.0, Aste truccate, Psicologia, Carte di Credito e Ville Coppedè.
Risposte importanti da parte di Architetti rivoluzionari.
La luce del giorno su questo si è rifranta. Illuminando le cose e ciò che vi è intorno.
Nella brezza serale una pizza sull'asse verticale della genealogia. A parlare di come si vede il mondo e la vita dal basso dei trent'anni. Io come papà trenta anni fa. Papà come era con me venti anni fa.
Maturo.

E poi gli amici. Quelli che se ne vanno e ti si mettono sottobraccio per dimostrarti con un gesto intimo passeggiando per la via del ritorno quanto si è vicini, anche nel distacco.
E Fantasia nel parlare ed essere felici per le decisioni prese e per quelle che si prenderanno.
Un gioiello da comprare per avvolgere un ricordo.
Come la catena al palo della via del ritorno, che da undici anni non è stata dischiusa a memoria dei primi viaggi d'indipendenza e di libertà. Anche per un semplice spostamento. Il mio 50ino Special revival modificato con il 75 e i rapporti a lungo. SPQR sullo scudo. Vespa nel cuore. Simbolo e strumento di emozione. Ma forse qualcuno lo ha già scritto questo.
E poi accovacciata eccola lì. Sulla strada di sempre, sulla strada del ritorno.
Un mio gesto con la mano ad indicare che la strada sembrava sicura.
Andavo e lei mi ha chiamato.
Mi sono avvicinato e l'ho salutata.
Non riuscivo a guardarla in quanto mi sembrava di coglierla in un momento di debolezza. E quando lo facevo gli guardavo il volto.
I suo capelli forti e curati, la sua faccia espressiva e i suoi occhi pieni di vita.
Aspettava un taxi. Andava lei a fare la ronda, a controllare se chi la dovesse fare la stava fcendo per davvero. Mentre a pochi passi un'altra donna che fa il mestiere, un'altra ragazza, continuava ad esercitare. "Lei ha il permesso di soggiorno".
Ero un pò nervoso, perché la piacevolezza della conversazione mi spingeva a rimanere. Ma la natura della situazione mi metteva in imbarazzo. Mi chiedevo come potesse esserci umanità in un mestiere che ai giorni nostri, a meno che non sei una studentessa universitaria italiana, non puoi scegliere liberamente di fare. Questo è quello che ci dice il tubo catodico.
Dieci minuti di piccoli passi e sguardi alla strada con lei sempre accovacciata ad aspettare il taxi.
Poi si è alzata e si è chinata davanti a me. E mi ha fatto piacere guardarla. Tutta. Cosce scolpite e glutei marmorei. Tosta e tornita come una statuetta futurista rappresentante il mestiere più antico del mondo.
Poi mi ha guardato e sorridendo con garbo mi ha chiesto di andare, preoccupata per il fatto che qualcuno potesse notarci conversare. Sono riuscito a chiederle solamente da quanto fosse a Roma: sei mesi.
Non ho voluto chiederle in il nome. Per me in questa serata rimane la sua semplicità. Magari solo per quei dieci minuti.
Sembrava serena. Decisamente intelligente.
Mani in tasca senza girarmi sono andato via attraversando la Colombo. A pochi passi da casa.
Combipel.

Combinazioni di Pelli.
Riuscirei mai io a portare la sua?
Riflettevo.
Si può essere amici di una donna di mestiere qui a Roma e in questo modo?
Forse si. Magari no.
Ad ogni modo mi ha donato bellezza. Magari io ne ho vista di più di quella che effettivamente ce n'era.
Il telefono era scarico. Sono salito su casa e il citofono ha suonato. Una voce talmente stanca da non riconoscerlo. Era tornato indietro. Per la troppa stanchezza si è ritrovato a far chilometri e chilometri in più. E a doverne fare ancora domattina.
E' avvenuto tutto in sincronia. Fossi rimasto di più con lei mio padre non mi avrebbe trovato.
Le sincronie regolano il mondo.
"Berlino ci son stato con Bonetti, era un pò triste molto grande". Era la Berlino Est, come lei veniva dall'est.
A dimenticavo: secondo me Cremonini, con l'ultimo album, potrebbe diventare il nuovo Lucio Dalla.
Ispirato Erotico Stop.

giovedì 23 aprile 2009

APRILE, OGNI GOCCIA UN BARILE.

Stasera ho trovato la forza di scrivere.
Da quando ho aperto il blog, più per sperimentazione che per altro, è stato un susseguirsi e di eventi tumultuosi.
Se non fosse per il correttore i firefox quanti errori di ortografia commetterei.
Gli errori di ortografia sono qualcosa di cui mi vergogno molto. Così come mi vergogno del fatto che sono solito mangiarmi le unghie.
E' curioso come entrambi questi difetti scaturiscano dall'infanzia.
E' curioso parimenti come volente o nolente questa tematica è lo scalpello che sta tirando fuori la figura dal blocco di marmo.
E lo scalpello da solo fa ben poco.
Senza il martello non si può imprimere la forza necessaria.
Martellate a diversi ritmi. Con diverse intensità.
Il braccio comandato dal cervello. Il braccio deve essere allenato e la mente deve essere lucida.
Quanti fattori in questo processo. Che possono tramutarsi in variabili.
Il pensiero si frammenta come le briciole del pane spezzato.
..prese il pane, lo spezzò e rese grazie...

Reminiscenze del Catechismo. Il sacramento dell'Eucarestia.
Le schegge di pensiero sono quindi qualcosa di Divino?
Probabilmente si. Negli stati altalenanti della vita bisogna capire quale sia l'oscillazione massima.
Consentita.
C'è chi dice che una grande elasticità mentale sia una qualità. Altri sostengono che sia un difetto.
Sta di fatto che quando arriva il terremoto il tutto viene giù con i movimenti sussultori. E non con quelli oscillatori.


Forse è troppo ora. So solo che la mia mente è scappata a ritrovare dopo mesi di latitanza i "for a minor reflection". Un gruppo islandese ascoltato a Reykjavik quest'estate in una piazza.
Sembra che il destino sia beffardo come al solito.
Saranno dove dovrei essere io nel periodo in cui dovrei esserci anch'io.
Sorrido.
Come al solito.

Potrebbe servire..


Quasi dimenticavo: stasera tornando dal lavoro a cavallo della mia vespa sul cavalcavia della Magliana un panorama insolito mi ha affascinato.
Un cielo plumbeo, grigio piombo in maniera uniforme avvolgeva quasi tutto l'aere sopra la città.
Sfumava poi in un cielo sereno cobalto. Era l'imbrunire. Sarebbe piovuto da lì a poco. E così è stato.
Gocce piene e pesanti.
Impossibili da non sentire.
Difficili da sopportare.
Ma d'altronde si sa:

"Ad aprile, ogni goccia è un barile."

venerdì 3 aprile 2009

MI-TI-CO!

LONDRA - "Ho detto a Obama che si deve tirare su le maniche per far uscire il mondo dalla crisi visto che arriva proprio dall'America. Lui mi ha risposto che ho ragione e che l'importante è restare tutti insieme per risolvere i problemi". Silvio Berlusconi racconta così il suo incontro con il presidente Usa durante il vertice del G20 di Londra.

Al premier il nuovo leader americano ha fatto una buona impressione e non lo nasconde: "Ha lo sguardo acchiapponico - come diceva Gigi Proietti nel suo storico show A me gli occhi - e una grande capacità di rapporto umano" continua il Cavaliere. Che si è fatto forografare tra Obama e Medvedev con il pollice alzato. Attribuendosi il merito dei buoni rapporti tra i due.

Marana

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Marana è un nome proprio di persona italiano femminile.

Origine e diffusione [modifica]

Marana deriva del celtico attraverso il latino Marana e significa "acquatica". È lo stesso significato di Madruina, di origine flamanda.

Onomastico [modifica]

L'onomastico viene festeggiato il 3 agosto in ricordo di Santa Marana.

Santi e beati [modifica]

Santa Marana, martire in Siria insieme a Santa Cira.

Persone [modifica]

Stubby
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Curiosità [modifica]

Stubby
Se conosci curiosità pertinenti al nome Marana o alle sue varianti, aggiungile in questo paragrafo.

Marana è anche una frazione di Montereale (AQ). Così chiamata perché un tempo ospitava una vasta palude a valle del lago di Capitignano interrato nel secolo scorso. In località la Piazza è ancora riconoscile l'antico borgo dei pescatori.