martedì 23 giugno 2009

Voglia di ballare

Ho voglia di ballare come da tanto tempo non ne avevo.
Ho voglia di ballare ogni qualvolta in vespa ascolto i miei brani preferiti.
Passo dal Rock, all'elettro, al Tango.
E' più di un anno che l'infortunio mi ha costretto a fermarmi.
Ma ora riprenderò.
Oggi inizio la mia riabilitazione.
Oggi ho voglia di ballare, come danzano le mie idee al ritmo dei miei pensieri.

Ieri a Roma ha piovuto così intensamente che il fragore ti entrava dentro casa.
Ieri a Roma ha piovuto così pesantemente che sembrava che anche il cielo volesse scendere giù sulla Terra.
Sarà stato stanco di splendere sopra di noi, e di guardare silente tutte le cose, belle e brutte, a cui deve fare da coperchio.
Se il diavolo ci ha fatto la pentola, Dio ci ha donato il coperchio.
Così bello e così rivelatorio della nostra umanità:
così minuta e così immensa.

Ieri mi sono sentito rilassato davanti a tanto impeto.
Lo stesso impeto, che la mia fantasia, grazie al cielo, mi mette in condizione di avare.

Questo post è dedicato a tutte quelle persone che guardando un fiume in piena, un acquazzone, un mare in tempesta rimangono a contemplare e ringraziano di tanto splendore.. di tanta umanità.

Consiglio: "dance with sombady" degli Ando Diao
Ballate! Ballate! Ballate! Anche e sopratutto da soli..

lunedì 15 giugno 2009

Un dialogo

Si è sempre seduti ai bordi di qualcosa, quando si ha qualcosa dentro.. perché si è sempre pronti a scattare in piedi anche se ci sentiamo deboli.. è quell’istinto che spinge ad andare, a scoprire quello che la nostra vita deve ancora rivelarci.. si può chiamare viaggio, si può chiamare voltare pagina, si può chiamare più semplicemente vivere.
Si è da soli si, ma in compagnia di se stessi.. mai davvero soli. Così come quando chiudiamo gli occhi prima di di dormire anche se c’è un’altra persona accanto a noi.. e questa è la nostra fortuna..
Diventa una sciagura quando non troviamo più quell’equilibrio che un’altra persona era stato in grado di darci.. o forse è meglio dire che noi le avevamo dato l’opportunità di costruire con noi..e questo però, ce lo dimentichiamo spesso..
L’altalena è una serie di slanci e di regressioni che fanno perno su un punto di equilibrio.. e quel perno siamo noi stessi.. lo slancio e la regressioni sono i nostri stati d’animo e le nostre esperienze.. e chi ci spinge in questo su è giù è la vita, con le sue mani sotto forma di eventi, che alle volte diventano fisicamente le mani di quella persona speciale che decidiamo di accogliere accanto a noi.. e quando siamo particolarmente felici siamo noi stessi ad voler avere ancora più slancio e così ci aiutiamo con le gambe fino ad andare sempre più su e crediamo che siano gli altri a mandarci così tanto in alto.. alla fine però, quando non sentiamo più quelle mani spingerci, quella carezza del vento mentre facciamo su e giù, allora crediamo che non potremo tornare più tanto in alto così facilmente… dimenticandoci che noi stessi siamo stati co-artefici di quegli slanci.
Riflettevo che sarebbe bello un domani avere un’altalena nel proprio giardino… ma poi mi sono detto: meglio un altalena a due piazze, un dondolo… perché è bello far su e giù insieme alla persona che siederà con me.. ma senza che nessuno spinga l’altro.. semplicemente slanciandoci insieme, ognuno con le proprie gambe,
all’unisono…….

lunedì 1 giugno 2009

La Signora

Sembra che abbia scosso appena le spalle e spirò.
Silvana, una delle poche Signore rimaste a Roma, così se ne andata.
Ha aspettato che tutto noi, che le volevamo bene, le permettessimo di andarsene. E quando anche l'ultima, unica sua amica, Elena, le ha dato il suo benestare, neanche un'ora dopo se ha iniziato il suo cammino.
Non più di 4 ore prima, dopo averla baciata con la stessa bontà con cui lei era solita fare a me, una suggestione mi è apparsa nella mente. Era solare come sapeva essere, ed era piena di luce. E mi chiamava sorniona come quando voleva chiedermi qualcosa di "paraculo". Io non volevo avvicinarmi perché intuivo cosa volesse dirmi:
"Ninni, vieni.. Senti - con quel solito suo stopparsi un secondo per inumidirsi la lingua - Nonna se ne va.. Va da tanta gente che le vuole buone. Ma tu non ti preoccupare. Perchè io sto davvero bene. Dillo tu a papà e stagli vicino. Va bene Ninni?.." E mi baciava.
Anche adesso, piango.
E' così bella e così signorile.
Il giorno del funerale non l'ho voluta vedere nella bara. Come tutti gli altri che sono andati via prima di lei. Carlo, Candida.
Dicono che era bellissima. Quasi sorrideva. E per dirlo addirittura Maurizio deve essere vero.
Ad Elena aveva lasciato detto il vestito, la collana, la borsetta e il ventaglio. Quello che le ho comprato a Barcellona.
Ognuno le ha messo qualcosa dentro la cassa.
Ma quando sono arrivato io, Maurizio mi ha chiesto se poteva guardare dentro quella busta di carta dell'alimentari.
E quando se n'è reso conto un urlo misto di ironia e dolore ha squarciato il silenzio della camera mortuaria. E ci siamo abbracciati piangendo.
Le avevo comprato un pezzetto di pizza, una bottiglia d'acqua, dei moncherì e la carta di cui lei non poteva mai fare senza.
Per il suo cammino, se avesse fame o sete, o avesse voglia di uno sfizio goloso.

Di lei mi rimane il piglio, la signorilità, l'amore per chi amava e la decisione con la quale era sicura di ciò che voleva.
Ai miei amici dava del "Lei". A 86 anni.
E lo faceva per educazione e perché sapeva come gestire le relazioni.
E' stata una signora, in tutto e per tutto.
Non se m'hai fatta parlare dietro. Anche se ci hanno provato.
Per poi pentirsene.

Ora quello che lei era, cercherò di portarlo in me.
Oggi si guarda avanti.
Oggi si va avanti.

Oggi si è quello che siamo più quello che è stato.

a Silvana