lunedì 15 giugno 2009

Un dialogo

Si è sempre seduti ai bordi di qualcosa, quando si ha qualcosa dentro.. perché si è sempre pronti a scattare in piedi anche se ci sentiamo deboli.. è quell’istinto che spinge ad andare, a scoprire quello che la nostra vita deve ancora rivelarci.. si può chiamare viaggio, si può chiamare voltare pagina, si può chiamare più semplicemente vivere.
Si è da soli si, ma in compagnia di se stessi.. mai davvero soli. Così come quando chiudiamo gli occhi prima di di dormire anche se c’è un’altra persona accanto a noi.. e questa è la nostra fortuna..
Diventa una sciagura quando non troviamo più quell’equilibrio che un’altra persona era stato in grado di darci.. o forse è meglio dire che noi le avevamo dato l’opportunità di costruire con noi..e questo però, ce lo dimentichiamo spesso..
L’altalena è una serie di slanci e di regressioni che fanno perno su un punto di equilibrio.. e quel perno siamo noi stessi.. lo slancio e la regressioni sono i nostri stati d’animo e le nostre esperienze.. e chi ci spinge in questo su è giù è la vita, con le sue mani sotto forma di eventi, che alle volte diventano fisicamente le mani di quella persona speciale che decidiamo di accogliere accanto a noi.. e quando siamo particolarmente felici siamo noi stessi ad voler avere ancora più slancio e così ci aiutiamo con le gambe fino ad andare sempre più su e crediamo che siano gli altri a mandarci così tanto in alto.. alla fine però, quando non sentiamo più quelle mani spingerci, quella carezza del vento mentre facciamo su e giù, allora crediamo che non potremo tornare più tanto in alto così facilmente… dimenticandoci che noi stessi siamo stati co-artefici di quegli slanci.
Riflettevo che sarebbe bello un domani avere un’altalena nel proprio giardino… ma poi mi sono detto: meglio un altalena a due piazze, un dondolo… perché è bello far su e giù insieme alla persona che siederà con me.. ma senza che nessuno spinga l’altro.. semplicemente slanciandoci insieme, ognuno con le proprie gambe,
all’unisono…….

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