domenica 24 maggio 2009

"Let’s grow old together, and die at the same time."

Come perdere 80$ ed esserne felice?
.. Si chiama "Sindrome da Caduta Libera". Succede a tutti quei giocatori che come me, si siedono al tavolo con la voglia di vincere. Non con la coscienza di volerlo fare davvero.
Fortunatamente è una sindrome che mi colpisce molto raramente, altrimenti non avrei potuto incrementare i miei 14 iniziali in 378$. Ora ne ho 290$.
Ma ho lo spirito giusto. Domani, o quando sarà mi siederò al tavolo come sempre. Con calma. E in tre giorni tornerò a quanto perso.
Non possiamo farci nulla. E' la natura di voler qualcosa e di complicarsi un pò la vita. Per gioco.
Magari fosse sempre così.
Torno da Milano, dove trovo sempre una casa. Una vita. Uno scambio.
Torno dal lavoro che si manifesta nelle idee di un giovane.
Grazie forse al fatto che un saggio in questo momento è fuori di "una vita".
Ma si va. E si fa.
Torno da mia nonna che non riesce a parlarmi, intubata com'è.
Con la forza a malapena di aprire gli occhi fessura, per guardarmi mentre piango e le sorrido.
Dopo che le ho parlato ha provato a staccarsi i tubi e si è dimenata.
Le sue smorfie di dolore.
E' così che lei è caduta. Da un giorno ad un altro.
So che la sera prima chiamava il mio nome e voleva andare a casa sua. Fino alle due del mattino è rimasta a chiacchierare e "comandare" con il ciglio che non perderà mai.
E poi giù, nel vuoto.
Ho perso 80$ e so che li rifarò.
Li ho persi per essere nel vuoto anch'io.
Ho ritrovato mia nonna per qualche istante e domani sarò da lei.
Nel vuoto, fino a che i miei piedi non toccheranno di nuovo terra.
Sperando che anche lei decida di tornarci insieme con me.

E tutto questo mi fa pensare. E tutto questo mi fa volere.

sabato 16 maggio 2009

ISPIRATO EROTICO STOP

"E sei quello che sei" parafrasando "le 6 e 26" di Cesare Cremonini.
Così per la prima volta mi ritrovo anche io a tu per tu con una donna che fa il mestiere.
Una ragazza.
Ma partiamo dagli inizi. Ennesima giornata da "le mille e una cosa", su e giù per Roma, a cavallo della mia Vespa. Giornata solare anche se il cielo era coperto e spruzzi di pioggia si alternavano per bagnare l'asfalto quanto basta a crearti quella patina viscosa che piace tanto a quel popolo delle due ruote e che fa salire su quell'odore torbido di asfalto stemperato.
Web 2.0, Aste truccate, Psicologia, Carte di Credito e Ville Coppedè.
Risposte importanti da parte di Architetti rivoluzionari.
La luce del giorno su questo si è rifranta. Illuminando le cose e ciò che vi è intorno.
Nella brezza serale una pizza sull'asse verticale della genealogia. A parlare di come si vede il mondo e la vita dal basso dei trent'anni. Io come papà trenta anni fa. Papà come era con me venti anni fa.
Maturo.

E poi gli amici. Quelli che se ne vanno e ti si mettono sottobraccio per dimostrarti con un gesto intimo passeggiando per la via del ritorno quanto si è vicini, anche nel distacco.
E Fantasia nel parlare ed essere felici per le decisioni prese e per quelle che si prenderanno.
Un gioiello da comprare per avvolgere un ricordo.
Come la catena al palo della via del ritorno, che da undici anni non è stata dischiusa a memoria dei primi viaggi d'indipendenza e di libertà. Anche per un semplice spostamento. Il mio 50ino Special revival modificato con il 75 e i rapporti a lungo. SPQR sullo scudo. Vespa nel cuore. Simbolo e strumento di emozione. Ma forse qualcuno lo ha già scritto questo.
E poi accovacciata eccola lì. Sulla strada di sempre, sulla strada del ritorno.
Un mio gesto con la mano ad indicare che la strada sembrava sicura.
Andavo e lei mi ha chiamato.
Mi sono avvicinato e l'ho salutata.
Non riuscivo a guardarla in quanto mi sembrava di coglierla in un momento di debolezza. E quando lo facevo gli guardavo il volto.
I suo capelli forti e curati, la sua faccia espressiva e i suoi occhi pieni di vita.
Aspettava un taxi. Andava lei a fare la ronda, a controllare se chi la dovesse fare la stava fcendo per davvero. Mentre a pochi passi un'altra donna che fa il mestiere, un'altra ragazza, continuava ad esercitare. "Lei ha il permesso di soggiorno".
Ero un pò nervoso, perché la piacevolezza della conversazione mi spingeva a rimanere. Ma la natura della situazione mi metteva in imbarazzo. Mi chiedevo come potesse esserci umanità in un mestiere che ai giorni nostri, a meno che non sei una studentessa universitaria italiana, non puoi scegliere liberamente di fare. Questo è quello che ci dice il tubo catodico.
Dieci minuti di piccoli passi e sguardi alla strada con lei sempre accovacciata ad aspettare il taxi.
Poi si è alzata e si è chinata davanti a me. E mi ha fatto piacere guardarla. Tutta. Cosce scolpite e glutei marmorei. Tosta e tornita come una statuetta futurista rappresentante il mestiere più antico del mondo.
Poi mi ha guardato e sorridendo con garbo mi ha chiesto di andare, preoccupata per il fatto che qualcuno potesse notarci conversare. Sono riuscito a chiederle solamente da quanto fosse a Roma: sei mesi.
Non ho voluto chiederle in il nome. Per me in questa serata rimane la sua semplicità. Magari solo per quei dieci minuti.
Sembrava serena. Decisamente intelligente.
Mani in tasca senza girarmi sono andato via attraversando la Colombo. A pochi passi da casa.
Combipel.

Combinazioni di Pelli.
Riuscirei mai io a portare la sua?
Riflettevo.
Si può essere amici di una donna di mestiere qui a Roma e in questo modo?
Forse si. Magari no.
Ad ogni modo mi ha donato bellezza. Magari io ne ho vista di più di quella che effettivamente ce n'era.
Il telefono era scarico. Sono salito su casa e il citofono ha suonato. Una voce talmente stanca da non riconoscerlo. Era tornato indietro. Per la troppa stanchezza si è ritrovato a far chilometri e chilometri in più. E a doverne fare ancora domattina.
E' avvenuto tutto in sincronia. Fossi rimasto di più con lei mio padre non mi avrebbe trovato.
Le sincronie regolano il mondo.
"Berlino ci son stato con Bonetti, era un pò triste molto grande". Era la Berlino Est, come lei veniva dall'est.
A dimenticavo: secondo me Cremonini, con l'ultimo album, potrebbe diventare il nuovo Lucio Dalla.
Ispirato Erotico Stop.